DISTURBI DEPRESSIVI

Alterazione patologica dell'umore che determina

stati depressivi, maniacali oopure la loro continua alternanza.

 

I DISTURBI DELL'UMORE

I disturbi depressivi rappresentano un gruppo di disordini della personalità caratterizzati dall’alterazione patologica del tono dell’umore. La parola, che significa liquido che si trova in un corpo organizzato, veniva usata fin dall'antichità nella dottrina risalente a Ippocrate (ca. 400 a.C.) per indicare i correlati organici e fisiologici che si consideravano collegati a quattro temperamenti di base della personalità sana: collerico, sanguigno, flemmatico e malinconico; ma nel tempo il termine è rimasto ad indicare semplicemente le alterne polarità del carattere. Le alterazioni patologiche del tono dell’umore andranno dal polo estremo della depressione caratterizzata da tristezza, calo della spinta vitale e ideazioni pessimistiche fino a pensieri autolesivi, attraverso l'umore misto della disforia caratterizzata dall'alternanza tra sintomi depressivi e maniacali, fino al polo opposto della sindrome maniacale  caratterizzata da eccessiva euforia, logorrea, aumento della velocità del pensiero fino a sfociare in sintomi psicotici come i deliri.

 

Quadro
Naturalmente, non tutte le modificazioni del tono dell’umore sono da considerarsi patologiche: provare tristezza, sconforto, pessimismo e arrivare a piangere in alcuni momenti della vita è assolutamente sano e normale, così come è normale manifestare irritabilità e scatti di rabbia. Ma in un soggetto sano queste emozioni e reazioni sono temporanee, circoscritte e non intaccano l'efficienza e le relazioni.
Si parla invece di disturbo depressivo dell’umore quando l'umore triste o irritabile permane nel tempo ed arriva ad interferire significativamente sulle caratteristiche personali, relazionali, lavorative e sociali che caratterizzano un'esistenza normale nel proprio contesto sociale.


Sintomi generali
Angoscia persistente, perdita di interesse per le attività che normalmente danno soddisfazione e piacere, difficoltà nello svolgimento anche delle più semplici azioni quotidiane. La persona si percepisce come inadeguata e senza valore, sia in assoluto che in relazione al contesto sociale, considera l’ambiente circostante come “ostile”, incapace di prestargli sostegno e aiuto, mentre il futuro appare incerto e pieno di insidie e difficoltà.

Sintomi neurovegetativi e cognitivi sono: senso di fatica cronica e perdita di energia, cambiamento dell’appetito, perdita di peso, insonnia o sonnolenza diurna, difficoltà di concentrazione, indecisione, irrequietezza o rallentamento della motricità.


Durata
Variabile, in funzione del disordine specifico i sintomi permangono da un minimo di 2 settimane ad un massimo di 2 anni, oppure un anno se si tratta di bambini.


Causa
Multifattoriale, comunque correlata ad uno squilibrato rapporto tra le risorse in specie morali, ideali e creative della persona e le difficoltà e gli eventi della vita che si trova a dover affrontare. 

 

Caratteristiche

Tipicamente, i pensieri di perdita, vuoto e morte ricorrono continuamente nella patologia depressiva, caratterizzata da idee fisse di inutilità, colpa, indegnità, rovina, sentimento di disperazione, pensieri di autolesionismo, fino a maturare la convinzione che l'unica reale via di uscita per alleviare il proprio dolore, come anche per evitare di continuare ad essere un peso per gli altri, sia quello di suicidarsi.

Un tipico evento di lutto, come la pedita di una persona, di un legame o di un rapporto, vissuto dalla persona come una perdita irreparabile, può innescare una depressione: malattie fisiche invalidanti, separazioni coniugali, gravi difficoltà nei rapporti familiari, gravi conflitti e/o incomprensioni con altre persone, cambiamenti importanti di vita, licenziamenti, fallimenti lavorativi o economici, essere vittime di un reato o di un abuso anche in età infantile, perdita di una persona cara, rottura di matrimonio o fidanzamento, problemi con la giustizia, stakling, vessazioni, bullismo o una bocciatura scolastica.
Di fronte ad eventi simili la persona depressa si sente incapace di fronteggiare la situazione, comincia ad avvertire complessi di inferiorità e sensi di colpa fino ad invalidare l'intera prospettiva esistenziale: passato, presente e futuro.

 

Conseguenze
Vulnerabilità, gravi difficoltà nell’interazione sociale e scarsa efficienza o produttività personale, autolesionismo, morte.